Nightguide intervista Giovanni Truppi per parlare del suo viaggio sulla lunga strada di sabbia

Nightguide intervista Giovanni Truppi per parlare del suo viaggio sulla lunga strada di sabbia

Giovanni Truppi in viaggio lungo il perimetro delle coste italiane, da Ventimiglia a Trieste. Un'estate in camper sulla "lunga strada di sabbia" che verrà raccontata sulle pagine di Linus, diretto da Igort e pubblicato dalla Nave di Teseo di Elisabetta Sgarbi. Lungo il percorso una manciata di concerti in piano solo.
Tra luglio, agosto e settembre Giovanni Truppi caricherà il suo piano smontabile su un camper e percorrerà il lungo perimetro delle coste italiane. Da Ventimiglia a Trieste, un viaggio sui contorni litoranei dell'Italia al termine della lunga notte dell'emergenza che diventerà un reportage d'autore per il mensile Linus. E sulla “lunga strada di sabbia”, di memoria pasoliniana, Giovanni terrà una manciata di concerti in piano solo, perché quando si cerca di assomigliare alle parole che si scrivono, ogni canzone diventa una presa di posizione civile e poetica.

Noi l'abbiamo voluto incontrare proprio prima che questo viaggio abbia inizio per farci raccontare qualcosa in più.





Giovanni avere l'onore di assistere alle tue prove e intervistarti subito dopo mi suscita un'emozione grandissima. Ho iniziato a conoscere bene la tua musica nell'ultimo anno e mezzo e me ne sono innamorato. Che ruolo ha la musica nella tua vita?
Mah, mi sento sempre un po' in colpa per non ascoltarla mai abbastanza, nel senso che ci sono dei periodi, ma da sempre questo, in cui l'ho ascoltata decentemente per i miei standard e tanti altri invece in cui l'ho ascoltata veramente poco. A volte mi dico che questo sia un modo per lasciar decantare delle cose che ho nella testa, altre volte penso che sia solo un errore. Poi per me la musica è stato il modo di fare qualcosa che mi piace, rendere la mia vita qualcosa che sono felice di vivere e anche un modo di avere un canale di espressione, un lavoro in cui riesco a utilizzare tutte le parti di me, almeno credo, dal corpo al cervello passando dalle emozioni.
 
Ascoltando la tua musica mi dai l'impressione di essere una persona emotivamente complicata. Ti è mai successo di essere compreso di più attraverso un pezzo e di sentirti più espressivamente soddisfatto nel parlare attraverso la musica che attraverso le parole?
Questo sì, di sentire di esprimermi, da parte mia, in maniera più chiara attraverso un brano piuttosto che attraverso una semplice spiegazione a parole mi è capitato tantissimo ma, viceversa, rispetto alla prima parte della domanda, se mi fosse capitato di sentirmi più compreso attraverso la musica, ti direi di no ma per fortuna, nel senso che i miei rapporti personali seguono canali che non sono quelli delle canzoni. Quindi non succede mai né che io provi a spiegarmi attraverso una canzone piuttosto che in modo più normale né che qualcuno mi abbia detto “a sì ora ti ho capito di più” una persona a me legata emotivamente.
 
Personalmente a volte mi capita con alcuni artisti, di avere delle forti percezioni emotive e sensoriali quando ascolto la loro musica. La stessa cosa che mi è successa ora ascoltando le tue prove. È come se stessi spiando un segreto intimo dell'artista, anche se magari non so di cosa si tratta.
 Ma l'idea è quella, per quello che mi riguarda, c'è molto di questo. Cerco di creare un tipo di comunicazione che vuole rappresentare il tipo di comunicazione tra due amici, soprattutto quando ho iniziato a scrivere canzoni mi interessava molto creare quella cosa anche perché mi sembrava un canale in cui riuscivo a dire delle cose che a me sembravano molto vere. Non so poi cosa vuol dire realmente questo perché è una canzone e quindi una rappresentazione non la realtà. Quindi mi sembrava di riuscire a rappresentare delle cose molto vere, ad avere più credibilità e soprattutto mi sembrava il modo giusto per dire le cose che per me erano più importanti.
 
La tua musica e le tue parole oscillano in una sorta di dicotomia tra apparente semplicità e profonda complessità . Che cosa c'è dietro tutta questa sperimentazione, che tu hai il pregio di far sembrare così spontanea?
Non saprei dirlo meglio, nel senso che sì per me è molto naturale, forse anche il fatto che io non ascolti così tanta musica e che non abbia mai sposato un genere in particolare, mi fa essere abbastanza libero da degli stilemi e allo stesso tempo ho sempre cercato di studiare la musica e quindi in qualche modo, la sperimentazione di cui tu parli non è semplicemente sregolata ma possiede una sua articolazione. Probabilmente questa articolazione deriva dal fatto che ho sempre cercato di studiare la musica e ho sempre cercato di comporre liberamente ma avendo delle mie regole rigide e cercando quindi di lavorare molto sulle composizioni .
 
A me piace molto lavorare per immagini, e quella che mi ha suscitato la tua musica è quella di un caleidoscopio, ovvero la perfezione geometrica che in un attimo diventa caos per tornare di nuovo organizzazione.
Grazie davvero. È una bellissima immagine. In realtà mi interessano molto sia il caos che la simmetria e mi piace provare a farli convivere per quanto possibile.
 
Come è stato questo periodo della quarantena?
E' stato stranissimo, difficile non so nemmeno ancora se riesco a rendermene conto. È stato molto scuro con tanti pensieri scuri di preoccupazione sia rispetto a cose che riguardavano più la mia sopravvivenza e della mia famiglia, legate quindi al lavoro alla salute, sia in generale proprio sull'umanità sull'Occidente su quello che ci stava capitando in maniera più generale.
 
E nell'ambito lavorativo che pensi dell'onda d'urto che questo periodo ha sprigionato sull'industria musicale?
Non lo so, questo è ancora presto per dirlo perché sembra che in realtà ci sia tanta voglia di reagire nell'industria musicale e ci siano tante realtà; quelle possono farlo perché non sono gigantesche come per esempio me. Mi sembra che ci sia tanta voglia di reagire anche da parte dell'altra faccia della medaglia quindi gli addetti ai lavori, le agenzie, i promoter e non so cosa accadrà nei prossimi mesi. Immagino potrà esserci un po' di accavallamento anche dal punto di vista discografico perché qualcuno è uscito e qualcun altro sta rimandando l'uscita. Non sarà un periodo facile quello dei prossimi mesi.
 
Quello che vorrei vedere io ora sono solo germogli dopo un incendio. In fondo l'essere umano è abile nel cacciar fuori il meglio della sua creatività dopo i momenti più drammatici.
Bello, un'impressione positiva!
 
Prossimi progetti che stanno per arrivare, puoi anticiparci qualcosa?
Oggi parte un tour che in realtà è un viaggio che farò su tutta la costa italiana. Parto da Ventimiglia e arrivo fino a Trieste costeggiando il mare con un camper e il pianoforte e faremo qualche concerto lungo la strada. E questa cosa sarà un reportage per Linus! Vediamo cosa viene fuori. Non ho mai fatto una cosa del genere!
 
A te piace sperimentare molto anche in tutti gli ambiti che fanno da corollario alla tua musica. Non solo nella composizione stessa.
Ma no, in realtà ho sempre fatto solo musica, sperimentando ma sempre all'interno della musica e mi ero sempre detto che volevo rimanere all'interno di quello che conoscevo meglio.
 
Ricordo che tempo fa ti hanno chiesto se volessi fare un romanzo e tu hai risposto che mai ti saresti cimentato una scrittura così lunga.
Diciamo che questa cosa è un racconto di un viaggio, ed è un viaggio fondamentalmente che io faccio e spero di essere in grado di raccontare ma non ha niente a che vedere con un romanzo.
 
Secondo te, la tua musica si potrebbe trasformare in un film?
Non saprei, fanno film partendo da tante cose diverse. I bravi sceneggiatori o creatori di soggetti tirano fuori delle vere storie da degli spunti molto piccoli. Quindi perché no, anche da una canzone si può fare
 
Sì perché tanto i tuoi album sono dei racconti!
Mi fa piacere che tu lo pensi perché per me è un bellissimo complimento.
 
Se tornassi indietro a quando ancora dovevi iniziare tutto il tuo percorso e trovassi un negozio di dischi enorme dove puoi comprare i tre album che più ti hanno segnato e portato a quello che sei adesso, quali sarebbero?
C'è stato un Best of dei Beatles che forse è una delle prime cose che mi ha appassionato, Anime salve e Illinois di Izzie Stevens. Ma è proprio una risposta così perché non è possibile quantificare.
 
Intervista e foto a cura di Luigi Rizzo
 

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